OTTOBRE 2014

Nella introduzione de "L'Uomo dell'Impossibile" scriviamo quanto segue:

«[G.A. Rol] che abbiamo definito “l’uomo dell’impossibile” (...) Non siamo stati i primi a definire Rol in questo modo, lo aveva già fatto il giornalista Renzo Allegri nel 1978 nel titolo di un capitolo di un suo libro. Non gli siamo tuttavia debitori perché lo spunto lo abbiamo preso dalla citazione all’inizio dell’introduzione: "l’impossibile, sulla Terra, non esiste", affermazione tratta dal nostro archivio audio, una registrazione degli anni ’70.»

Ci siamo tuttavia resi conto di recente che non è esatto. Infatti, non fu in realtà il giornalista a definire Rol in quel modo, bensì fu lo stesso Rol in terza persona nel 1977, in uno degli articoli che aveva scritto proprio per Allegri, che aveva solo apposto la firma al fondo.

Ecco il brano:

«Rol non è soltanto l’”uomo dell’impossibile” (...). Sfruttando le sue capacità eccezionali, potrebbe essere un uomo straricco e potrebbe condurre un’esistenza da nababbo; invece lavora e si dedica continuamente al prossimo. L’attività principale della sua esistenza è diventata appunto l’aiuto al prossimo.» (Mentre è a Torino lo fotografano in America, Gente, 05/03/1977, p. 11)

Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che Rol definisce se stesso, seppur in terza persona (e abbiamo dovuto aspettare il 2014 per rendercene conto!). 

L'anno successivo, in una lettera inviata al quotidiano La Stampa (03/09/1978), dava invece una definizione "ufficiale" e diretta, con spiegazione annessa:

«Io debbo necessariamente agire con ‘spontaneità’, quasi “sotto l'impulso di un ordine ignoto” come disse Goethe. Mi sono definito “la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto”. Non é quindi la grondaia che va analizzata, bensì l'acqua e le ragioni per le quali “quella Pioggia” si manifesta. Non é studiando questi fenomeni a valle che si può giungere a stabilirne l'essenza, bensì più in alto dove ha sede lo “spirito intelligente” che già fa parte di quel Meraviglioso che non é necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza. Nel Meraviglioso c'é l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione é valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio.»

Alla fine degli anni '80 suggerirà infine alla giornalista G. Dembech di usare in un libro che parlasse di lui il titolo: "Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore", con questo volendo sottolineare una funzione precisa in una prospettiva storica.

Riassumendo, allo stato attuale della ricerca, possiamo quindi dire che Rol si definiì l'uomo dell'impossibile, il grande precursore e la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto.

Giova ricordare anche che negò decisamente (e a ragione) tutti gli appellativi imprecisi, se non proprio fuori luogo, che gli diedero i giornalisti: sensitivo, mago, medium, spiritista, ecc.

Noi lo abbiamo definito "Maestro spirituale illuminato", cosa che evidentemente lui non poteva dire apertamente di se stesso, pur essendo ben cosciente di esserlo.