FEBBRAIO 2014

28.02 Il 27.02 è stato trasmesso un servizio di 15 minuti su Gustavo Adolfo Rol, nell’ambito della trasmissione “Mistero” (Italia1), che può essere rivisto qui.

Sulla pagina di Facebook che sto sviluppando da un mese (www.facebook.com/Gustavo.A.Rol) ho fornito a fine serata un commento “a caldo”, positivo nel suo complesso.

Qui invece mi soffermerò in un commento “a freddo”, entrando in più particolari che come sempre, lungi dal costituire vana pignoleria, sono essenziali per la trasmissione corretta delle informazioni al pubblico così come agli studiosi che si interessano del “caso Rol”.

Devo fare però una premessa: chi scrive è sempre stato disponibile, sia con la propria conoscenza che con documenti originali e inediti, a contribuire alla buona riuscita di qualsiasi iniziativa riguardante Gustavo A. Rol, editoriale o televisiva che fosse. Purtroppo, salvo in rarissime circostanze, pare che pochi siano disposti a una “consulenza” un po’ più approfondita, costringendomi quasi in ogni occasione alla critica costruttiva, persino quando tra gli intervistati ci sono io (cosa che avviene raramente, e a ragion veduta).

Per “Mistero” ho accettato di comparire principalmente perché propostomi da uno degli autori, Ade Capone, persona seria che aveva pubblicato una mia intervista sulla omonima rivista del programma a settembre del 2013 (si veda qui) rispettando pienamente il mio pensiero. Avrei però preferito di gran lunga che fossero intervistate altre persone al mio posto e che ero disposto a segnalare, ovvero testimoni che mai erano comparsi in TV o la cui testimonianza ritengo sia essenziale. È quello che mi ero proposto anche nel 2013 per Voyager (non fui ascoltato, tranne che per Zeffirelli) ed è quello che cerco di fare quasi sempre quando mi cercano per interviste, e questo per due semplici ragioni: 1) la maggior parte dei testimoni sono anziani, e tra pochi anni non ce ne saranno quasi più; 2) io ho già occasione di raccontare nei miei libri la mia testimonianza e di esporre le mie analisi, così come su internet, quindi al momento per me il mezzo televisivo non è essenziale (e infatti la mia intervista televisiva non si può dire che lo sia stata, vista la brevità, anche se riconosco almeno il vantaggio di essere maggiormente conosciuto dal grande pubblico, che ha ora un più facile accesso a cosa scrivo su Gustavo A. Rol, unica cosa che ritengo importante).

1) Uno dei limiti quindi di questo servizio è che da un punto di vista biografico non c’era nulla di inedito. Gli inediti sono stati solo “televisivi”, ovvero la maniera in cui sono state riferite le informazioni e le testimonianze su Rol. E come prodotto solo divulgativo, come ho già detto, è stato piuttosto positivo. Ma a vent’anni dalla morte di Rol, sarebbe ora il caso di andare un po’ più in profondità, e superare inoltre quello che è certamente stato

2) il secondo limite del servizio: la sua durata. Almeno Voyager gli aveva dedicato mezz’ora. In 15 minuti non è davvero possibile fornire un quadro soddisfacente di una personalità così complessa come quella di Gustavo A. Rol. Anche chi vede ad esempio il documentario di Nicolò Bongiorno trasmesso da History Channel, che dura un’ora, vorrebbe vederne molto di più... Neanche un’ora basta! E infatti Bongiorno ha un archivio di interviste molto più esteso, che prima o poi radunerà e ne farà qualcosa (noi intanto abbiamo trascritto gli episodi più significativi ne L’Uomo dell’Impossibile). In programmi orientati specificatamente ai “misteri” quindi, mi sembra giusto che qualora si voglia dedicare uno spazio a Rol, questo debba essere almeno di mezz’ora, e preferibilmente 45 minuti, e dovrebbe contenere facce nuove e non sempre le solite persone, a meno che non abbiano qualcosa di nuovo da dire (incluso evidentemente anche chi scrive) e a patto che siano testimoni di comprovata frequentazione (e ce ne sono ancora a decine), magari con l’ausilio di studiosi competenti in storia delle religioni, epistemologia, scienze di frontiera, e aggiungeremmo anche di “esoterismo”, se non fosse che i veri esperti in materia sono rari e che tale vocabolo è completamente frainteso e distorto dai moderni.

3) A tal proposito, il conduttore Daniele Bossari dice infatti che Rol «non amava queste due parole: “magia” ed “esoterismo”», ma non lo trovo corretto, anche se capisco benissimo il senso che ha voluto dare a questa affermazione, ovvero che Rol si dichiarava estraneo allo spiritismo, alla parapsicologia, rifiutava di essere chiamato medium, mago, sensitivo, ecc.. Tuttavia sarebbe stato meglio dire “occultismo”, perché l’eso-terismo è una cosa seria, è il lato riposto, profondo, sapienziale delle tradizioni spirituali, ed è “il Cuore della Religione”, laddove invece l’exo-terismo è la parte esteriore, la superficie, quella più semplice e per ciò stesso popolare (quindi: le religioni), la scorza di un frutto che protegge la parte migliore, succosa e nutritiva che si trova al suo interno.

Questo è il vero esoterismo, e non ci sentiamo di rinunciare al suo significato solo perché i moderni lo hanno più o meno consapevolmente alterato o associato a pratiche che nulla hanno a che vedere con esso.

4) Sia all’inizio che nel corso del servizio compaiono a più riprese manipolazioni di carte, e questo non corrisponde a quanto accadeva negli esperimenti di Rol, il quale le carte non le toccava affatto, se non in circostanze del tutto irrilevanti che non occorre qui riferire. Inizialmente non ci aveva dato fastidio, ma a ripensarci viene trasmesso un messaggio fuorviante.

5) La parte selezionata della intervista allo scrivente è risultata molto breve, e il collegamento via skype non ha purtroppo contribuito a renderla più intelligibile. Quanto dico era in un contesto più allargato che lo avrebbe dotato di maggiore significato. Mi rendo conto che da questo tipo di comunicazioni mediatiche non ci si può attendere di più. Ci saranno forse occasioni più proficue.

6) All'inizio si dice che Rol aveva conosciuto “un monaco polacco che lo aveva iniziato a degli studi particolari...”. Ho pensato che fosse un errore degli autori. Poi mi sono invece ricordato chi era la (solita, sarebbe il caso di dire...) fonte: il giornalista Renzo Allegri (di cui dirò più avanti) che nell’edizione 2010 di “Mistero” era stato intervistato proprio per un altro servizio su Rol (di circa 9 minuti di sola intervista ad Allegri...), andato in onda l’8 gennaio (e da me nettamente stroncato nelle News di quell’anno, si veda: 2000-2013.gustavorol.org/news2010.html), e nel quale aveva dichiarato: «Lui aveva avuto un maestro, un Polacco... non si è mai capito chi fosse, sembra che fosse un monaco». Certo è incredibile ritrovarsi 4 anni più tardi lo stesso errore... Tra 4 anni verrà ripetuto da qualche altra parte? Speriamo di no, e che qualcuno ci legga, una buona volta!

Si tratta infatti di un fraintendimento, perché Rol in uno dei suoi racconti circa i suoi inizi riferì alla fine degli anni '40 o all’inizio dei ‘50 allo scrittore Pitigrilli di aver conosciuto a Marsiglia un personaggio originario della Polonia, ateo, che gli mostrò quelli che lui considerava "poteri della mente", e che successivamente si convertì al cattolicesimo e finì gli ultimi anni della sua vita in un convento dell'Alta Savoia, come fratello laico. Quindi: un Polacco che diventa fratello laico un certo tempo dopo aver conosciuto Rol. Allegri aveva fatto confusione, cosa che può sempre capitare, tuttavia chi scrive aveva già nel 2008 fornito gran parte delle spiegazioni su questa vicenda (ne Il simbolismo di Rol), la quale tra l’altro non va presa alla lettera. Per una sintesi degli inizi di Rol rimando alla pagina Wikipedia alternativa.

7) Chi conosce gli studi dello scrivente sa che sono in genere critico verso certe affermazioni della giornalista Giuditta Dembech (come del su accennato Renzo Allegri). La sua intervista è stata invece in questo caso piacevole e ben sintetizzata dagli autori del programma. Non posso però non fare due precisazioni:

a) la Dembech parla a un certo punto di «vibrazione della temperatura», uno dei presunti elementi della “legge” scoperta da Rol, e ne parla come se si trattasse solo di interazione fisico-chimica con gli altri due elementi (colore verde e quinta musicale). La precisazione è in primo luogo che Rol parla di “calore” e non di “temperatura”, che non sono la stessa cosa; in secondo luogo è quantomento curioso che una persona che si presenta come esperta di new age e paranormale ancora nel 2014 non abbia fatto alcuna riflessione esoterica vera su questi elementi, perché è forse più facile partire dalla tradizione metafisica per arrivare alla fisica che non il contrario: chi scrive è almeno dal 2004 che indica nel “prana” della tradizione indù così come nel “tum-no” di quella tibetana le analogie opportune con la nozione di “calore”, quindi parliamo di calore psicofisico, che è generato dall’interazione durante uno stato di concentrazione prima e di meditazione poi degli altri due elementi...

b) la giornalista parla poi di «procedimento esclusivamente suo», una opinione che ho peraltro riscontrato più volte in vari blog, ma mi permetto di discordare e per due ragioni principali: 1) se convertiamo gli elementi della legge di Rol in quelli della tradizione metafisica si possono trovare delle indicazioni abbastanza precise, e mi limito qui a due soli esempi schematici di facile comprensione: Verde-Quinta-Calore = Smeraldo-OM-Prana, oppure Al-Khidr-OM-tum-no. Ho volutamente ripreso i due termini di cui sopra per non mettere troppa carne al fuoco, ma ogni tradizione autentica possiede analoghe nozioni;  2) dal momento che Rol ha dato a questa formulazione una veste scientifica, e ha affermato che i suoi esperimenti saranno spiegati anche da un punto di vista scientifico, ne consegue che non può trattarsi di formulazione soggettiva, ma oggettiva, quindi riscontrabile anche da altri negli stessi termini. D’altronde non l’avrebbe chiamata “legge”!

8) Arriviamo quindi all’intervista a Marco Berry, uno dei conduttori di “Mistero” e illusionista di lunga data. Ci era stato detto che Berry era aperto su certe questioni, ma la notizia si è rivelata infondata. Anche lui, come tutti gli illusionisti che NON hanno conosciuto Rol, crede di riscontrare nelle descrizioni dei testimoni alcune tecniche di illusionismo. Siccome è inutile ripeterci qui su tale argomento, rimandiamo alla nostra pagina Contro gli scettici, dove sono analizzate sinteticamente le questioni principali. Però nello specifico di quanto ha detto Berry possiamo soffermarci un attimo.

Secondo lui, Rol: «usava l’illusione, e usava tra virgolette i “giochi”, le “tecniche” per raccontare delle cose in più, ma ha aiutato anche molte persone con le parole a... sai, l’effetto Placebo: “starai bene” oppure “fai attenzione, c’è qualcuno che ti vuole male”... Nella nostra vita c’è sempre qualcuno che ci vuole male. Per il fatto che qualcuno te lo dica, tu alzi il livello di attenzione.»

Daniele Bossari: «Chi sostiene l’autenticità dei fenomeni di Rol, dice: “quale motivo aveva di portare avanti un gioco così per...”».

Berry: «Però vedi, lui diceva: “Io non faccio giochi, il mio è uno scopo molto più alto e spirituale”».

Segue una registrazione con la voce di Rol, che vorrebbe essere attinente con quanto Berry sta dicendo, ma che in realtà è fuori contesto.

Berry poi dice: «Sai Baba. Sai Baba che tira fuori vitubi [vibuti], la polvere... Perché aveva bisogno... attraverso le maniche di produrre la sabbia? Perché quello... era il primo segnale... il primo meccanismo che ti faceva credere delle possibilità che probabilmente lui avrebbe avuto per aiutarti in altri modi».

Segue il breve commento di Bossari su Sathya Sai Baba, un noto Guru indiano morto nel 2011, mostrato mentre fa uscire un uovo d’oro dalla bocca. Continua Berry: «Io sono convinto che Rol usasse la magia, usasse i trucchi per aiutare».

Questa tesi di Berry era a suo tempo già stata espressa da altri prestigiatori, e non è quindi nuova. È indubbio che si tratta di ciò che Berry vuole credere, visto che lui stesso usa l’illusionismo anche in iniziative solidali, quindi abbiamo un perfetto caso di proiezione psicologica. Peccato che non abbia alcuna attinenza coi fatti e sia una razionalizzazione del tutto abusiva, e oltre a rimandare alla pagina di cui sopra, ci limitiamo a una smentita dello stesso Rol risalente a quasi 30 anni fa e che abbiamo anche pubblicata subito su FB:

«Nell'illusione di agire per fini altruistici, l'uomo potrebbe anche ricorrere al trucco, ma poi non saprebbe servirsene perché nulla è disponibile se non è reale. In nessun caso, quindi, si può manomettere la verità.» (da una lettera di Rol al fisico Tullio Regge, pubblicata sul quotidiano La Stampa l’11/07/1986, p. 3)

9) Quanto alla associazione Rol-Sai Baba, non è del tutto infondata, ma entrare nei particolari ci porterebbe ora troppo lontano. D’altronde qualcosa abbiamo già detto nella pagina Treccani 2050.

10) Bossari poi afferma giustamente che Rol «a sé non attribuiva poteri, ma possibilità, rifiutando inoltre la definizione di medium o di sensitivo».

11) Si arriva quindi alla nuova intervista al giornalista Renzo Allegri, anch’essa piacevole e sulla quale non abbiamo nulla da eccepire; è tuttavia opportuno segnalare che quella che viene presentata da Bossari come “la prima biografia della storia” di Rol, ovvero Rol l’incredibile del 1986, e senza comunque toglierle il suo valore relativo, era stata da lui nettamente rigettata in più occasioni (a Torino tutti ne erano al corrente) e credo basti citare quanto Rol scrisse a Federico Fellini in una lettera del 20/10/1986:

«Sono stupito della quantità di copie vendute di quell’orribile cosa che è “L’incredibile Rol” – libro idiota che non ho voluto né approvato, perché non dà il minimo cenno alla mia Dottrina» (e non solo per questo: cfr. Il simbolismo di Rol, p. 33 e sgg).

12) Bella ed essenziale la testimonianza del dott. Piergiorgio Manera, raccontata a sua tempo in altre interviste e confermata anche dal primario di Medicina Generale delle Molinette Prof. Pierantonio Milone, così come dalla caposala Emma Ghion di cui chi scrive raccolse anni or sono il racconto:

«Quando Rol è morto ho visto una luce sprigionarsi dal suo petto, dalla regione del cuore. Una luce che andava verso l’alto. Questa luce aveva un colore strano, non classificabile. Era presente anche un’altra persona, che ha detto di aver provato una grande, incredibile pace nel momento in cui è avvenuto il fenomeno» (L’Uomo dell’Impossibile, p. 412)

13) Bossari nel finale afferma: «Gustavo Rol non chiedeva mai soldi per i suoi esperimenti, né tantomeno per i suoi quadri, che regalava». L’affermazione è corretta nella prima parte, ma non nella seconda. Infatti i quadri li poteva sì regalare in certe occasioni, ma a noi risulta che si trattava di una minoranza, perché in genere li vendeva, e gli amici non costituivano eccezione (e la cosa del resto è assolutamente normale).

In conclusione: un buon servizio exoterico, ovvero una introduzione a Rol buona soprattutto per chi non ha mai sentito parlare di lui; dal punto di vista invece esoterico, col quale qui intendiamo l’impressione di coloro che già lo conoscevano (e con questo ci facciamo portavoce anche della comunità di Facebook), un servizio con qualche imprecisione, troppo breve per un personaggio come Rol e con l’opinione inopportuna di un illusionista che non l’ha conosciuto, al posto di quella di uno che lo abbia conosciuto.

Detto tutto ciò, occorre aggiungere comunque che si stanno facendo dei passi avanti nel modo in cui questo personaggio viene proposto, ed è per questo che in definitiva il servizio ci è piaciuto.

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