"Wikipedia" ALTERNATIVA

 

In merito alla voce "Gustavo Adolfo Rol" nell'enciclopedia Wikipedia

– di Franco Rol (gennaio 2014) –

AVVERTENZA

Quella che segue non è esattamente la biografia che avrei scritta per Wikipedia se non esistesse ancora la voce "Rol", ma un adattamento e una "sovrascrittura" a quanto si trova nel mese di gennaio 2014 a tale voce. Fui io a crearla nel febbraio 2005 come utente anonimo e poi con uno pseudonimo, e sin da allora ho dovuto lottare aspramente – anche con altri pseudonimi, visto che all'epoca non c'era nessuno in grado di venirmi in aiuto, e poi con la mia vera identità – con alcuni presuntuosi "amministratori" che di Rol non sapevano e continuano a non sapere assolutamente nulla, e che hanno dimostrato nel corso degli anni di non essere imparziali e di favorire in tutti i modi la tesi illusionistica, pur essendo questa sostenuta da pochissimi testimoni saltuari, pregiudizialmente scettici, che peraltro non hanno mai affermato di aver colto Rol in qualche tipo di inganno.
Tale tesi è poi fortemente favorita ovviamente dagli illusionisti (tranne quelli che hanno conosciuto Rol, ben 5) per i quali sembrano parteggiare gli amministratori. Essi non permettono alcun tipo di modifica alla tesi generale, e annullano tutte quelle che non coincidono con la loro ideologia – e Wikipedia dovrebbe essere una encinclopedia "libera" alla quale chiunque può contribuire – e fanno finta di fare qualche concessione per dare l'impressione (illusoria, o illusionistica per l'appunto) che la pagina in questione in realtà sia equilibrata e rispetti tutte le posizioni.
Ma chiunque può rendersi conto della sproporzione che vi è tra le opinioni degli illusionisti e degli scettici, che sono appunto una manciata, ma che sono ampiamente PROPAGANDATE, e le opinioni (che sono al tempo stesso TESTIMONIANZE, quindi con un valore ben diverso) dei "favorevoli" che sono centinaia, ma che dalla pagina in questione sembrano essere più o meno il 50%... Il fatto è che sono il 99%, ma gli amministratori di Wikipedia fanno finta di non saperlo. E non è solo una questione quantitativa, ma anche qualitativa, visto che i "favorevoli", tra cui nomi notissimi della cultura italiana, non sono rappresentati da nessuna loro dichiarazione.
La versione che qui presento vuole essere quindi un ristabilimento della verità e dell'equilibrio reale, sebbene si focalizzi, inevitabilmente, più sugli elementi della controversia (in forma assolutamente sintetica, perché occorre un libro intero per analizzarli tutti in modo completo) che su quelli dello spessore del personaggio.
Rappresenta anche un suggerimento su come dovrebbe essere modificata la pagina di Wikipedia originale, e sarà migliorata e aggiornata all'occorrenza.

Infine, per vedere dove e come abbiamo operato le modifiche basta comparare le due versioni mettendole una accanto all'altra.

 

Gustavo Adolfo Rol


Da "wikipedia"/GustavoRol.org, l'enciclopedia competente su Gustavo A. Rol.

«Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori» Franco Zeffirelli, 1987[1]

«Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero» Cesare Romiti, 2000[2]

«...un individuo dotato di poteri incredibili» Guido Ceronetti, 2002[3]

«... una personalità fra le più sorprendenti del secolo» Alberto Bevilacqua, 2000[4]

«... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto» Roberto Gervaso, 1978[5]

«Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c'è anche lui...» Vittorio Messori, 2002[6]

«À l'incroyable Rol, qui ne sera croyable qu'après demain seulement» (All'incredibile Rol, che sarà credibile solamente dopodomani) Jean Cocteau (dedica)[7]

«Sono rimasto sbalordito, ma niente affatto sgomento: anzi, consolato ed arricchito» Valentino Bompiani[8]

«Al Dott. Gustavo Adolfo Rol che cammina come un illuminato sulla geografia dell'inconoscibile e della relatività» Pitigrilli, 1940 (dedica)[9]

«(Quell'uomo legge nel pensiero e) non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei» Charles De Gaulle[10]

«Al dottor Rol, con ammirazione per il suo lavoro ultra-umanitario» Vittorio Valletta (dedica)[11]

«Gustavo era un essere meraviglioso che manca a tutti noi e che ci ha lasciato esperienze incredibili, emozioni uniche e straordinarie...» Valentina Cortese, 2002[12]

«...è l'uomo più sconcertante che io abbia incontrato. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene» Federico Fellini, 1964[13]

«Religiosissimo, credo che appartenga al filone dei "santi laici" piemontesi, come Frassati e Savio...» Nico Orengo, 1994[14]

«Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile... dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà» Dino Buzzati, 1965[15]

«...sono certo che nei pochi attimi in cui i nostri sguardi si sono incrociati mi abbia trasmesso qualcosa di veramente importante: il dono della creatività» Umberto Tozzi, 2009[16]

«Rol è un mistico» Gillo Pontecorvo, 1967[76]

«Il viso è bellissimo. Ha occhi luminosi, un sorriso dolce». Mario Soldati, 1987[77]

«...in quell'uomo di grande saggezza e di fede straripante esiste qualcosa che forse nessuno riuscirà mai a spiegare». Alberto Lionello, 1987[78]

 

Gustavo Adolfo Rol (Torino, 20 giugno 1903 - Torino, 22 settembre 1994) è stato un Maestro Spirituale italiano del XX secolo, dotato di carismisiddhi di straordinaria varietà ed estensione, non ancora accettati o comprovati dalla scienza ufficiale, ma in accordo con la tradizione spirituale di tutti i popoli.
Le sue dimostrazioni sperimentali, prodotte quasi sempre in piena luce di fronte a persone di tutte le classi sociali e culturali, sia nella propria casa di Torino che in qualsiasi altro ambiente al chiuso o all'aperto, sono interpretate da centinaia di testimoni e da altri sostenitori come autentici fenomeni paranormali (che Rol chiamava semplicemente "possibilità"), mentre dai critici[17], composti quasi integralmente da non testimoni e da gruppi scettici di matrice spiccatamente ideologica, come illusioni prodotte con tecniche di prestidigitazione e in particolare di mentalismo.
Durante la sua vita Rol cercò sempre un collaboratore scientifico con sufficiente apertura mentale e maturità spirituale in grado di assimilare il procedimento psicofisico necessario alla comprensione della meccanica dei suoi prodigi, conditio sine qua non per successivamente comprendere e quindi ricreare le premesse per una loro replica da parte di altri. Sfortunatamente, pur avendo mostrato i suoi esperimenti anche a numerosi scienziati (inclusi a quanto sembra Albert Einstein ed Enrico Fermi) non trovò nessuno con le caratteristiche da lui auspicate o semplicemente con il coraggio o il tempo o l'umiltà necessaria a sottostare alle sue premesse che non potevano scostarsi più di tanto dalle regole dell'Iniziazione. Per questo in una lettera pubblicata sul quotidiano La Stampa di Torino nel 1978 e indirizzata al giurista Arturo Carlo Jemolo (che lo aveva invitato dalle stesse colonne del quotidiano a sottoporsi a controlli scientifici[18]) dichiarava:

«Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.»[19]

Oltre alla maturità di chi avrebbe dovuto collaborare con lui e poi creare un protocollo sperimentale applicabile alla ripetibilità di una parte della fenomenologia (in particolare gli esperimenti con le carte da gioco, usate come strumento matematico) la difficoltà di Rol era dovuta anche alle caratteristiche stesse del processo attraverso il quale tali esperimenti avrebbero dovuto sfociare in un esito positivo, ovvero uno stato di ispirazione simile a quello dei compositori che non poteva essere condizionato o vincolato da cause esterne che non fossero in sintonia con il suo stato di coscienza.
Di qui il mancato incontro con la comunità scientifica, diventato poi irreversibile a causa delle insinuazioni prive di fondamento del giornalista Piero Angela che era stato accolto in due occasioni a casa di Rol per assistere ai suoi esperimenti. Durante gli incontri Angela, pur non nascondendo a Rol il suo pregiudizio scettico, non ebbe nulla da eccepire su quanto visto, ma successivamente in un libro pubblicato nel 1978[20] mise in dubbio l'autenticità dei fenomeni e di conseguenza l'onestà di Rol, affermando che senza il controllo di un prestigiatore poteva trattarsi di giochi di prestigio o di ipnotismo, ed omettendo di proposito alcuni episodi rivelatori (la lettura di un libro a distanza a Boston, presso un amico di Angela, da parte di Rol, che stava a Torino in collegamento telefonico, e la materializzazione della firma di Rol su carte e libretti di assegni che il giornalista aveva in tasca[21]) che non necessitavano della presenza di un illusionista per rendersi conto della loro autenticità.
Anni più tardi, in una intervista pubblicata su La Stampa[22], Rol dichiarerà senza nominarlo che Piero Angela «ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l'ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non crede affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell'Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l'avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza».
Nello stesso periodo, sempre su La Stampa[23], Rol scriveva al fisico Tullio Regge, anche lui invitato a casa sua per assistere agli esperimenti (dopo un primo incontro a casa della famiglia Olivetti), e anche lui rimasto scettico (Regge tre anni più tardi sarà proprio con Angela tra i fondatori del C.I.C.A.P.):

«Se un giorno non Le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverLe questa lettera. Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori della norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare disposizione della psiche. (...) Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell'esperimento. (...) Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe stato in grado di ripeterle. Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto ed agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli è inutile, anzi inopportuno. Non un prestigiatore, ma un Ricercatore è opportuno. Egli è portato a sostituire con l'interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza. Non è difficile comprendere ed ammettere che nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata. La presenza poi di un Ricercatore rotto a queste esperienze offre la maggior garanzia ai fini di un risultato positivo. Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d'impulso in uno stato d'animo che mi viene improvviso e che non so spiegare. È così che ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo ogni uomo possiede, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini ... »

Quando Rol era in vita, dunque, non fu possibile alcuna sperimentazione scientifica[75], per la distanza all'epoca incolmabile tra due mondi lontani, la metodologia scientifica classica (peraltro scossa nel corso del XX secolo dai principi e dalle nuove regole della meccanica quantistica, dalle teorie della complessità e da altre teorie legate alla biologia...) e quella che si potrebbe definire la metodologia iniziatico-spirituale ortodossa, antica di millenni.
Stando a Rol tuttavia questi due mondi in futuro si incontreranno.

Biografia


Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 è incaricato di aprire e dirigere la sede di Torino della Banca Commerciale Italiana, la madre è Martha Peruglia, figlia del Presidente del Tribunale di Saluzzo. Suo cugino Franco Rol, sarà un affermato industriale chimico e pilota automobilistico.
Rol cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica.
Nel 1923 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureerà nel 1933. Sia la scelta del corso universitario, sia la carriera bancaria che intraprende nel 1925 avvengono per adeguamento alle tradizioni familiari. Rol fa pratica presso le filiali della Comit in giro per l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo e successivamente Casablanca e Genova, sono le città in cui vive e lavora.
Si sposa nel 1930 a Torino con Elna Resch-Knudsen, una indossatrice norvegese imparentata con il Re di Norvegia e conosciuta a Parigi nel 1927, con la quale non ebbe figli ma rimase unito per oltre 60 anni.
Poche settimane dopo la morte del padre, nel 1934, lascia la carriera bancaria e si ritiene che in questo periodo fino almeno al 1939 viaggi molto e passi lunghi periodi tra Parigi (dove avrebbe ottenuto una laurea in Biologia medico-clinica) e Londra (dove invece si sarebbe laureato in Economia).
Il 14 settembre 1942, durante la Seconda Guerra mondiale, inaugura a Torino un negozio di antiquariato, interesse coltivato sin da ragazzo che diventerà la sua fonte di reddito principale fino agli anni '60. Dagli anni '70 in poi si dedicherà prevalentemente ad un'altra sua passione giovanile, la pittura, dipingendo soprattutto vasi di rose e paesaggi autunnali o invernali della campagna piemontese. Il gusto del bello e dell'arte – che trovava espressione anche nella elegante dimora torinese – era completato dalla sensibilità musicale che ne faceva un buon interprete al pianoforte e al violino (durante il soggiorno a Marsiglia (1925-1926) per guadagnare qualche soldo extra oltre all'impiego in banca, suonava il violino nei cinema come accompagnamento dei film muti).
Alla fine degli anni '40 o all'inizio dei '50 racconterà alla scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli[24], di avere incontrato proprio nel periodo di Marsiglia un personaggio, originario della Polonia, che gli avrebbe mostrato di sapere fermare con la forza di volontà l'orologio della Borsa, e poi anche alcuni strani "giochi" con le carte e che, inizialmente scettico sull'esistenza di Dio, si convertirà e si ritirerà in un convento dell'Alta Savoia dopo aver assistito con lo stesso Rol a una guarigione a Lourdes. Anche in seguito a questo incontro Rol avrebbe approfondito ulteriormente i suoi studi spirituali ed elaborato una teoria di carattere metafisico sull'associazione tra suoni, colori e altri elementi.
Vi è però un'altra versione dei suoi "inizi". Contemporaneo a quello di Pitigrili e forse anteriore è il racconto fatto nel 1951 al giornalista Furio Fasolo di Epoca[25], il quale scrive:

«Un pomeriggio, durante una peregrinazione nei dintorni di Marsiglia, fu colpito dalla vista di uno stupendo arcobaleno. Ma la seguente osservazione l'impressionò: ogni qualvolta distoglieva lo sguardo dall'arcobaleno, egli rammentava non già tutti i colori dell'iride, ma bensì il solo verde: la tinta che risaltava nel centro. Si domandò se un portentoso significato segreto si nascondesse nel colore verde. Di qui, egli mi disse, ebbero inizio i suoi studi: prima nei campi della fisica, dell'ottica e dell'acustica, poi nella sfera di fenomeni misteriosi (...).
[Mi disse inoltre:] "Io ormai avevo sviluppato in me stesso alcune sensibilità del tutto eccezionali: tra le altre, la capacità di sentire e distinguere, tramite il palmo delle mani, le vibrazioni dei colori".»

Quasi trent'anni dopo ne scriverà di suo pugno un'altra, poi pubblicata dal giornalista Renzo Allegri sulla rivista Gente nel 1977[26] e fornendo altri dettagli al giornalista Luigi Bazzoli per un articolo su La Domenica del Corriere due anni più tardi[27] dove affermava di avere iniziato da solo nel 1925 a Marsiglia, a cercare di scoprire il colore delle carte da gioco dopo essere passato davanti alla vetrina di un tabaccaio, dove c'erano due mazzi esposti, uno col dorso in evidenza e l'altro no. Rol si chiese quale potesse essere il colore dell'altro mazzo e dopo aver deciso che poteva essere il giallo entrò per comprare i mazzi, ma rimase deluso nello scoprire che il mazzo col dorso coperto era nero. A partire da quel momento, per due anni consecutivi e ossessivamente, tentò e ritentò di indovinare i colori delle carte, fino a quando cominciò ad indovinarne in progressione un numero sempre maggiore, giungendo ad indovinare tutte e 52 le carte di un mazzo il 27 luglio 1927, a Parigi, dopo aver scoperto che ponendo la sua mano a poca distanza dalla carta poteva percepire una sensazione di calore differente a seconda che il seme della carta fosse rosso o nero. Il giorno successivo scrisse sulla sua agenda di lavoro:

«Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!».[28]

In altre occasioni fornirà ulteriori chiarificazioni, come ad esempio nel 1987 alla giornalista Paola Giovetti:

«Cominciai con le carte: perché non doveva essere possibile conoscere il colore di una carta coperta? Provai e riprovai, ma per molto tempo senza risultati. Poi un giorno guardando un arcobaleno ebbi la folgorazione: mi resi conto che il verde era il colore centrale, quello che teneva uniti gli altri. Misurai la vibrazione del verde e scoprii che era la stessa della quinta musicale, e che corrispondeva a un certo grado di calore. Così cominciai a indovinare esattamente le carte e, a poco a poco, a fare tutte le altre cose...»[29]

Da quel giorno del 1927 attraversa una crisi esistenziale, fino al punto di ritirarsi nel 1928 presso la casa religiosa Villa Santa Croce, a San Mauro Torinese, prendendo licenza dalla banca.
Rol si trovò al bivio se prendere gli abiti sacerdotali oppure vivere nel mondo con la sua nuova personalità spirituale. Per una via del tutto originale era pervenuto a quello che in Oriente è conosciuto come Risveglio, ma all'inizio non fu facile.
Fu assistito e consigliato dal padre gesuita Pietro Righini, direttore di Santa Croce[30], ma secondo quanto lui stesso raccontò fu la madre Marta a convincerlo che poteva essere utile al suo prossimo anche in abiti civili, e così pose termine al ritiro, durato tre mesi, ed iniziò il suo originalissimo apostolato, tenendo sempre come punto di riferimento la figura e l'insegnamento del Cristo.
A partire dagli anni trenta la sua fama si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli si attribuiscono incontri con personaggi del mondo della politica tra cui Benito Mussolini, Charles De Gaulle, John Fitgerald Kennedy, la regina Elisabetta II, Giuseppe Saragat, Re Umberto di Savoia, Maria José di Savoia, papa Pio IX e molti altri, così come dello spettacolo, dell'arte (tra cui Pablo Picasso e Salvador Dalì) e della scienza (tra cui i già menzionati Einstein e Fermi), in alcuni casi non ancora documentati[31]. Sono invece accertate, tra le altre, l'amicizia con Federico Fellini (il quale a partire dagli anni '60 si consulterà spesso con Rol per ogni suo nuovo film), Franco Zeffirelli, Valentina Cortese, Cesare Romiti, Dino Buzzati, Guido Ceronetti, e la frequentazione della famiglia Agnelli. Tuttavia Rol mantiene sempre un profilo riservato e appare raramente in pubblico (non ha mai concesso interviste televisive, in sole due occasioni è intervenuto telefonicamente in diretta – ma non in video – in due trasmissioni della rete pubblica RAI, nel 1983 o 1984 a Blitz condotta da Gianni Minà, dove Rol ha risposto ad alcune domande del giornalista[32] e nel 1987 a Domenica In condotta da Raffaella Carrà[33], dove ha fatto un appello affinché i giovani di tutto il mondo chiedessero ai governanti delle due superpotenze di allora, Stati Uniti ed Unione Sovietica, di arrivare alla creazione degli "Stati Uniti del Mondo").
Negli ultimi anni di vita cercherà qualcuno a cui affidare le sue memorie, ma senza successo, limitandosi a lasciare agli amici e a qualche giornalista i frammenti separati dei suoi segreti.
Muore il 22 settembre 1994 all'ospedale San Giovanni Battista "Molinette" di Torino. Le sue ceneri riposano nella tomba di famiglia a San Secondo di Pinerolo.

Rol durante la seconda guerra mondiale


In qualità di Capitano degli Alpini partecipa alla seconda guerra mondiale ed è ricordato per aver salvato molte persone durante i rastrellamenti nazisti subito dopo l'8 settembre.[34] Per questo ricevette, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, una lettera di ringraziamento datata 3 maggio 1945 da parte del sindaco di San Secondo di Pinerolo, dove i Rol possedevano una casa di campagna che frequentavano soprattutto nel periodo estivo. Fu soprattutto qui che Gustavo salvò da sicura fucilazione da parte dei nazisti molti civili, barattando la loro grazia in cambio della riuscita di esperimenti che faceva quasi ogni sera per gli ufficiali tedeschi, che avevano posto il loro quartier generale proprio a casa dei Rol. Raccontò che in alcuni casi, oltre agli esperimenti, aveva salvato la vita a degli innocenti prendendo di sospresa, magari in mezzo alla strada, l'ufficiale responsabile nel dirgli cosa conteneva il cassetto del comodino della sua casa a Düsseldorf, o a un altro il contenuto di lettere private nella sua scrivania a Berlino. Uno di questo fatti è stato anche confermato da Gemma Castino Prunotto figlia di un amico di Rol di quell'epoca, il quale ne era stato un testimone diretto[35].
Quale ulteriore testimonianza di gratitudine dei sansecondesi nel 2005 è stata dedicata a Rol una piccola piazza del paese, dove già c'era da molto tempo una via dedicata alla famiglia (sulla quale si trovava la loro residenza).

La questione dei presunti "fenomeni paranormali"


La prima pubblicazione a larga diffusione in cui si parla di Rol risale al 1949, un articolo sul quotidiano La Stampa[36] della giornalista Laura Bergagna che era stata testimone del tragico incidente aereo in cui perse la vita il conte Giorgio Cini in Costa Azzurra. Rol aveva previsto l'incidente e aveva pregato in tutti i modi Cini di non partire con l'aereo, facendo la sera precedente una seduta di esperimenti per dissuaderlo, ma senza successo. In numerosi altri articoli successivi, venivano dati ulteriori dettagli[37]. L'episodio di precognizione è indubitabile, perché confermato da altri testimoni come André Sella, il proprietario dell'Hotel Du Cap scenario degli eventi, e dalle sue due figlie, Jolande e Antoinette.
Meno di due anni più tardi, nel 1951, il settimanale Epoca dedicherà il primo – e uno dei pochi – servizi su di lui, e successivamente nel 1965, il noto scrittore Dino Buzzati, l'autore de "Il deserto dei Tartari" (uno dei 100 libri del secolo secondo una classifica di Le Monde) racconta in un lungo articolo sul Corriere della Sera la sua partecipazione a una sessione di esperimenti a casa di un'amica di Rol, che poi frequentò assiduamente. Alla fine degli anni '60 altri articoli comparvero su Il Resto del Carlino e all'inizio degli anni '70 su La Stampa, ma la notorietà, per decisione dello stesso Rol, arriverà solo nel marzo 1977, quando aveva già 74 anni, con l'accettazione della pubblicazione di 5 puntate a lui dedicate sul settimanale Gente, a firma del giornalista Renzo Allegri. "A firma" nel senso più letterale, dal momento che la condizione di Rol fu che gli articoli, dopo molte resistenze del giornalista, li avrebbe scritti (o riscritti) lui, per evitare qualsiasi tipo di errore o fraintendimento, visti alcuni precedenti che lo avevano particolarmente deluso.
L'anno seguente Allegri trasformerà quegli articoli in un capitolo dedicato a Rol in un suo libro[38], e nel 1986 amplierà ulteriormente questo materiale con foto e brani da altre fonti facendone la prima biografia su Rol.[39]
Si trattava però di una biografia non autorizzata, e Rol ne fu particolarmente amareggiato, principalmente per il carattere sensazionalista, ma anche per altre fondate ragioni[40]. Fu l'unico libro su di lui pubblicato quando era in vita.
Oltre ai giornalisti, tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta studiosi di parapsicologia lo avevano incontrato e invitato poi a sottoporsi ad esperimenti controllati dalle pagine delle riviste Metapsichica (1966-1970) e Quaderni di Parapsicologia (1970), ma senza molto successo, viste le premesse già riferite in precedenza. Peraltro, pur Rol accettando di incontrare questi studiosi, dichiarava apertamente di non aver nulla a che vedere con la parapsicologia:

«Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo...».[41]

Tutti gli studiosi che incontrarono Rol, anche se non ottennero le condizioni richieste per la sperimentazione, scrissero delle relazioni precise, con dovizia di particolari, dei loro incontri, ammettendo già al primo incontro il loro sbalordimento e confessando che probabilmente Rol era uno dei più dotati "soggetti" della storia della parapsicologia. Scrissero entusiasticamente di lui Nicola Riccardi[42], Piero Cassoli[43], Massimo Inardi[44] (il campione di Rischiatutto), Giorgio di Simone[45], Gastone de Boni[46] (l'allievo e continuatore di Ernesto Bozzano), Leo Talamonti[47] e altri[48]. Tra tutti, uno solo manifestò successivamente scetticismo: Piero Cassoli, che nel 1987, venti anni dopo aver assisitito agli esperimenti di Rol, descritti in maniera positiva in una relazione del 1970[49], sentì il peso della accumulata frustrazione per non averlo più potuto incontrare, vedendo sfumare i suoi sogni di ricercatore, e scrisse una relazione dubbiosa. Oggi gli scettici fanno notare che anche un parapsicologo dubitò di Rol, ma ignorandone o occultandone le circostanze, come dimostrato da Franco Rol[50]. I dubbi di Cassoli, condivisi anche da quei pochi altri scettici, erano dovuti al fatto che "dal momento che Rol rifiuta i controlli scientifici, ne consegue che potrebbe nascondere qualcosa, ovvero essere un illusionista", una logica semplicistica che presenta la comodità di non affrontare seriamente la questione.
Ad ogni modo, dalle varie testimonianze e dai resoconti dei cronisti, emergeva la figura di un uomo incredibile, fuori dal tempo, apparentemente dotato di poteri illimitati (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, bilocazione, traslazione, viaggi nel tempo, levitazione, elasticità del corpo, telecinesi, materializzazione e smaterializzazione di oggetti, attraversamento di superfici, folgorazione e altri) che viveva una vita riservata, immerso nella ricerca della conoscenza, circondato da libri, enciclopedie e pregevoli oggetti di antiquariato, in una casa-museo ricca di cimeli napoleonici (Rol era infatti un estimatore dell'imperatore francese).
Inoltre Rol frequentava assiduamente gli ospedali dove spesso in forma anonima portava sollievo sia psicologico che spirituale alle persone che ne avevano più bisogno. A seconda dei casi, poteva anche intervenire con i suoi poteri terapeutici, dal grado più semplice che era costituito da una azione antidolorifica, ai gradi più elevati come l'eliminazione di tumori. Ad esempio, un caso ancora poco conosciuto perché Rol non voleva che fosse pubblicizzato ha visto protagonista il regista Federico Fellini. Ecco cosa scrive Franco Zeffirelli nella sua autobiografia:

«La ragione per cui in un primo tempo avevo esitato a contattare Rol, era un episodio capitato a Federico Fellini, che avevo trovato piuttosto inquietante. Rol aveva consigliato a Fellini di abbandonare il progetto del film al quale stava lavorando, Il Viaggio di Mastorna, una rielaborazione, al modo di Fellini, dell'Inferno dantesco. [Fellini tuttavia era contrario e voleva portarlo avanti, fino a quando nell'aprile 1967...] Dovettero ricoverarlo e gli esami clinici accertarono che aveva una massa di tessuti cancerosi allo stomaco. (...) Dal momento in cui Fellini annunciò pubblicamente di rinunciare al film, (...) cominciò a star meglio. E gli esami radiologici dimostrarono un evidente miglioramento finché, in un paio di settimane, il tumore era praticamente scomparso. Il produttore Dino De Laurentiis, che era uno di poche parole ma di molti fatti, si infuriò, e fece causa a Fellini con feroce accanimento, cercando di screditare il regista con l'affermazione che i raggi X originali, da cui risultava il male, erano di qualcun altro: un trucco infame, sosteneva De Laurentiis. I medici erano sorpresi quanto lui, e non seppero spiegare il mistero della scomparsa del tumore. Le lastre però eran lì, a dimostrare che il tumore era realmente esistito e poi era scomparso. E le lastre, fu dimostrato, erano di Federico e non di qualcun altro.»[51]

In questo come in altri casi, Rol agiva a distanza, non aveva cioè bisogno di essere al capezzale del malato per guarirlo. Quando questo invece avveniva, poteva agire o con l'imposizione delle mani sulla parte del corpo malata, che veniva sanata o immediatamente o dopo qualche azione ripetuta, oppure con quelli che Rol chiamava "soffioni verdi", soffiava cioè in maniera intensa e ripetuta sulla parte malata ottenendo lo stesso effetto.
Poteva inoltre percepire l'Aura intorno al corpo umano, che gli permetteva di diagnosticare eventuali malattie a seconda dei colori, ovvero delle frequenze, emesse dai vari organi. E poteva anche mettere altri in condizione di avere la stessa percezione, come anche di realizzare i suoi stessi esperimenti.[52]
Le dichiararazioni entusiastiche su Rol sono centinaia, e sarebbero migliaia se tutti coloro che lo conobbero avessero concesso interviste o lasciato per iscritto la loro testimonianza. A titolo meramente rappresentativo, oltre alle opinioni degli studiosi di parapsicologia che sono state citate in nota, ecco cosa scrisse Federico Fellini in un suo libro del 1980:

«Ciò che fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c'è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama "giochi", nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente.
Com'è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha? È un po' arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l'eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi e fingono piacevolmente ad interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato a una civile contenutezza contraddetta talvolta da allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette. Credo che la ragione di questo comportamento – a volte ha il buon umore chiassoso di un viaggiatore di commercio che ha deciso di intrattenere i compagni di viaggio – sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si può provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago. Ma, nonostante tutta questa atmosfera di familiarità, di scherzo tra amici, nonostante questo suo sminuire, ignorare, buttarla in ridere per far dimenticare e dimenticare lui per primo tutto ciò che sta accadendo, i suoi occhi, gli occhi di Rol non si possono guardare a lungo. Son occhi fermi e luminosi, gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta, gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza.
Quando si fanno "giochi" come i suoi, la tentazione dell'orgoglio, di una certa misteriosa onnipotenza, deve essere fortissima. Eppure Rol sa respingerla, si ridimensiona quotidianamente in una misura umana accettabile. Forse perché ha fede e crede in Dio. I suoi tentativi spesso disperati di stabilire un rapporto individuale con le forze terribili che lo abitano, di cercare di definire una qualche costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa notte magnetica che lo invade scontornando e cancellando le delimitazioni della sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico.
I "giochi" di Rol sono uno spettacolo tonificante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioé con l'innocenza di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta in conflitto con le forme inattese della verità. Il che è anche più bello, certo più generoso. (...)
Rol è un personaggio fuori della misura abituale di coloro che operano nel campo della parapsicologia.»[53]

Non tutti però erano disposti a credere a queste testimonianze. Come già riferito, il giornalista Piero Angela nel 1978 mise in dubbio l'autenticità degli esperimenti a cui aveva assisito, così come in seguito lo scienziato torinese Tullio Regge, entrambi concordi sul fatto che solo un esperimento effettuato in condizioni di controllo, con la presenza di un prestigiatore per evitare la possibilità di un trucco, e replicabile, avrebbe consentito di accertare la reale natura paranormale dei fenomeni che si producevano con Rol.[54]
Come è già stato detto però, tali premesse metodologiche si scontravano con quelle di Rol, il quale peraltro non era prevenuto nei confronti degli illusionisti, nonostante la falsa diceria messa in giro dai più scettici che si rifiutasse di incontrarne. Ne ha ospitati a casa sua almeno 5, tra cui due famosi professionisti, ma solo a titolo amichevole, ovvero a prescindere dal fatto che si occupassero di illusionismo. Per Rol contavano infatti le persone, non le professioni.
La testimonianza forse più decisiva, su questo fronte, è quella di Carlo Buffa di Perrero, perché ebbe modo insieme al padre di verificare in più occasioni l'autenticità degli esperimenti di Rol.
Buffa di Perrero si occupa di turismo, ma sin da bambino ha la passione dei giochi di prestigio, che era anche quella del padre Ermanno Buffa di Perrero, pluridecorato per meriti bellici e civili, e direttore del Club Alpino Italiano.
Le famiglie Rol e Buffa avevano occasione di incontrarsi frequentemente, o a Cavour, antica residenza dei conti di Perrero, o a Torino. E in tali occasioni, soprattutto negli anni '60 e '70 quando Carlo era giovane, Rol faceva i suoi esperimenti come di consueto, e Carlo tentava di scoprire il trucco, come ha raccontato più volte[55], senza mai trovarlo.
I Buffa furono inoltre tra i promotori e fondatori del futuro Circolo Amici della Magia di Torino, il più noto club di illusionisti italiano.
Ermanno vi introdusse tra l'altro Elio De Grandi, che poi prenderà il nome d'arte Alexander, che negli anni '80 conoscerà Rol, anche se non per suo tramite, ma attraverso la cugina Elda Rol (moglie del pilota Franco Rol) all'epoca assidua giocatrice di bridge e promotrice di tornei.
Anche Alexander in più occasioni ha parlato positivamente di Rol, sebbene a differenza dei Buffa ha dichiarato di non aver assistito agli esperimenti. Ha però testimoniato direttamente un episodio di chiaroveggenza e ha conosciuto diverse persone degne di fiducia che gli hanno raccontato episodi così chiari dal punto di vista del loro svolgimento, da portarlo a propendere per la autenticità della fenomenologia di Rol.[56]
L'altro illusionista professionista ad aver conosciuto Rol è Tony Binarelli, che fu invitato una sera a casa sua e assistette alla materializzazione di un acquerello senza riscontrare alcun tipo di manipolazione.[57]
Infine, degna di nota in questo ambito la testimonianza del prof. Giuseppe Vercelli, psicologo e prestigiatore amatoriale[58], il quale assistette ad alcuni esperimenti con le carte senza che Rol fosse informato del suo hobby e che fosse socio del Circolo Amici della Magia. Vercelli ha dichiarato, senza alcuna ombra di dubbio, che Rol non toccava le carte, facendole maneggiare solo ai presenti, cosa che sarebbe impossibile per un prestigiatore.[59] La sua testimonianza coincide con quella di altre decine di persone, che pur non conoscendo i trucchi degli illusionisti hanno la certezza dell'autenticità di questi esperimenti soprattutto per tale motivo, tanto più che molto spesso i mazzi venivano portati da loro ed erano ancora nuovi e sigillati, e in certi casi persino in luoghi distanti da Rol, che realizzava gli esperimenti per telefono. Come ha dichiarato Alexander, «se le condizioni riferite da decine di testimoni sono proprio quelle» (ovvero, Rol non toccava le carte), «allora nessun prestigiatore sarebbe in grado di riprodurre gli esperimenti di Rol» con le carte.[60]
L'esperto di mentalismo Aroldo Lattarulo, in una sua pubblicazione del 2014[61], analizza le pretese dei detrattori di spiegare la fenomenologia di Rol con l'illusionismo arrivando alla conclusione che vi siano troppi elementi che contraddicono questa ipotesi, propendendo invece a considerare Rol e le sue ragioni come autentiche. Franco Rol, un cugino di Gustavo che ha conosciuto piuttosto bene[62] sin da bambino, curatore di un sito a lui dedicato[63] e autore di studi approfonditi,[64] ha portato all'evidenza dei ricercatori[65] che vi sarebbe un precedente agli esperimenti di Rol con le carte (che lui considerava l'ABC delle sua fenomenologia) che fornirebbe la prova del nove della loro autenticità, oltre a parametri complementari che permetterebbero altresì di comprenderne la dinamica. Ha fatto anche notare che tali esperimenti sono fondamentali per capire le sue altre "possibilità" (50 secondo la sua classificazione[79]), perché rivelerebbero una struttura di carattere matematico in stretta relazione con il sistema nervoso degli esseri viventi.
Dopo la morte di Rol sono proliferate le biografie, gli articoli e le trasmissioni televisive, a cominciare da Stargate su La7 nel 2001 e 2002, e raggiungendo il culmine in occasione del centenario della nascita, nel giugno 2003, quando gli fu dedicata una puntata della trasmissione Porta a Porta su Rai Uno e il quotidiano La Stampa gli riservò numerosi articoli e pagine intere.
Il 28 marzo 2007 il giornalista Corrado Augias dedicò a Rol una puntata della sua trasmissione Enigma, così come il 26 dicembre dello stesso anno fece Gianni Minoli per la sua trasmissione La storia siamo noi.
Nel 2008 History Channel ha trasmesso a più riprese un documentario dedicato a Rol prodotto e diretto da uno dei figli di Mike Bongiorno, Nicolò (Rol. Un mondo dietro al mondo), mentre il programma Voyager condotto da Roberto Giacobbo ha mandato in onda il suo servizio più lungo su Rol nel gennaio 2013, dopo avergli dedicato brevi spazi in occasioni precedenti.
Sono attualmente allo studio vari progetti per trasporre l'affascinante storia di Rol in opere cinematografiche, teatrali e televisive.

Il pensiero


Il pensiero di Rol può riassumersi sinteticamente abbastanza bene in queste parole di Dino Buzzati:

«Rol dichiara di non essere un medium. Rol, cattolico convinto, non crede che l'anima dei morti possa tornare fra noi e manifestarsi. Crede che, all'atto della morte, l'anima torni alle origini, ma sulla terra possa restare un quid, chiamiamolo pure "spirito", cioè la carica di vitalità e di intelligenza che l'uomo trasmise alle sue opere. Questo "spirito" può, in determinate circostanze, ripetere cose che aveva fatto durante la vita, non mai creare qualcosa di nuovo o rivelare i segreti dell'aldilà. Il Ravier che tra poco dovrebbe dipingere...non è l'anima del defunto pittore bensì quella parte spirituale di lui che fu spesa su questa terra e che qui continuerà a esistere anche fra cento milioni di anni.»[66]

Il quid di cui parla Buzzati, Rol lo ha definito "spirito intelligente", ed è analogo al "residuo psichico" di cui parla la tradizione metafisica, come ben spiegato da René Guénon.[67]
Ma ecco come Rol stesso spiega di cosa si tratta:

«Ogni cosa ha il proprio spirito le cui caratteristiche stanno in rapporto alla funzione della cosa stessa. Quello dell'uomo però è uno "spirito intelligente" perché l'uomo sovrasta ed è in grado, per quanto lo riguarda, di regolare, se non di dominare, gli istinti che sospingono incessantemente tutto ciò che esiste e si forma. Questa prerogativa dell'uomo è sublime e tale la riconosce nel preciso istante che egli la percepisce. Ho definito coscienza sublime ogni impegno volto a raggiungere, sia pure attraverso la materia, dimensioni fuori della consuetudine. Ammesso che la genialità faccia ancor parte dell'istinto, i prodotti della genialità appartengono invece a quella libertà di creare che è prerogativa dello "spirito intelligente" dell'uomo, quindi ben oltre l'istinto stesso. Questa considerazione sarebbe sufficiente a comprendere l'esistenza dell'anima la quale si identifica poi in quell'armonia universale alla quale contribuisce e partecipa. Quando mi venne chiesto di esprimere il mio pensiero a proposito della medianità e dello spirito non ho esitato a rispondere che ogni individuo possiede un certo potenziale di medianità. Sul significato di questa parola però ho posto delle riserve di ordine etico e biologico. Per quanto riguarda lo spiritismo, invece, mi trovai in perfetta collisione e collusione e ciò proprio a causa dello "spirito intelligente". Con l'arresto di ogni attività fisica - la morte del corpo - l'anima si libera ma non interrompe la propria attività. Lo "spirito intelligente", invece, rimane in essere e... anche operante.»[68]

L'altra nozione chiave del pensiero di Rol è quella di "coscienza sublime" cui fa cenno nel brano citato. Un amico di Rol, Pierlorenzo Rappelli, riferiva negli anni '60:

«Egli asserisce di fare esperimenti di "coscienza sublime" ed aggiunge che la "coscienza sublime" è una tappa avanzata sulla strada della conoscenza dell'anima, oltre quella sfera dell'istinto esplorata da Freud.»[69]

In diverse occasioni Rol fornisce altre indicazioni. Ecco degli estratti:

«La "Coscienza Sublime" non è una religione e neppure una scienza. Se vuole può considerarla, sotto un certo aspetto, come una filosofia. In ogni caso è una tappa raggiunta sulla strada della conoscenza dell'anima. Alla "Coscienza Sublime" si accede attraverso una vera e propria iniziazione, dove l'esistenza di Dio, la sopravvivenza dell'anima e l'assenza di qualsiasi speculazione morale e materiale formano la base di tutto l'edificio».[70]

«Lo stato di coscienza sublime è l'unione con l'Assoluto, un Tutto, un'interezza senza separazione alcuna.»[71]

«Quando si entra nella sfera della "Coscienza Sublime" tutto diventa possibile».[72]

Franco Rol ha messo in relazione la "coscienza sublime" con lo stato più alto della coscienza così come riferito da varie tradizioni spirituali, come ad esempio il nirvāṇa e il samādhi della tradizione indù, il fana'a di quella islamica o il satori di quella zen. Da anni sostiene inoltre che la "legge" che Rol scoprì nel 1927 è riconducibile alla metafisica e alla pratica dello yoga.[73] Ha anche sempre insistito nel definire Rol come "Maestro spirituale occidentale, Illuminato, Risvegliato", laddove i cronisti – salvo rare eccezioni – lo definivano prevalentemente "sensitivo", una qualifica molto limitata che non tiene conto della complessità del personaggio, ma solo di una delle caratteristiche del suo status di Maestro, o Siddha Guru.
La più completa definizione che Rol diede invece di se stesso fu la seguente:

«Io debbo necessariamente agire con 'spontaneità', quasi "sotto l'impulso di un ordine ignoto" come disse Goethe. Mi sono definito "la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto". Non è quindi la grondaia che va analizzata, bensì l'acqua e le ragioni per le quali "quella Pioggia" si manifesta. Non è studiando questi fenomeni a valle che si può giungere a stabilirne l'essenza, bensì più in alto dove ha sede lo "spirito intelligente" che già fa parte di quel Meraviglioso che non è necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza. Nel Meraviglioso c'è l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione é valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio.»[74]

Come segnalato da Buzzati, Rol era cattolico, ma al tempo stesso amava tutte le religioni, rispettandole ed avendo una conoscenza profonda delle varie dottrine.
Considerava tuttavia come suo punto di riferimento fondamentale l'insegnamento e la vita di Gesù Cristo.

Note


  1. ˆ Dichiarazione fatta durante la trasmissione televisiva "Domenica In", Raiuno, del 11/01/1987.
  2. ˆ Brambilla, M., Cesare Romiti: «Così mi ritrovai in tasca una lettera di Valletta scritta dall'aldilà», Sette (settimanale del Corriere della Sera), 27/04/2000, p. 137.
  3. ˆ Ternavasio, M., Gustavo Rol la vita, l'uomo, il mistero, L'Età dell'Acquario, Torino, 2002, p. 179.
  4. ˆ Bevilacqua, A., Nessuna meraviglia: semplicemente Rol, Corriere della Sera, 12/03/2000, p. 34.
  5. ˆ Gervaso, R., Rol: «I miracoli? Ci credo e ne vedo», Corriere della Sera, 31/12/1978, p. 8.
  6. ˆ Ternavasio, M., Gustavo Rol la vita, l'uomo, il mistero, cit., p. 178.
  7. ˆ Allegri, R., Finalmente Rol rivela Rol, Gente, 02/04/1977, p. 32.
  8. ˆ Lugli, R., Il mago di Torino, La Stampa, 08/07/1973, p. 3.
  9. ˆ Lugli, R., Il prodigioso "viaggio nel tempo" vissuto come in un sogno colorato, La Stampa, 24/09/1972, p. 3 (citazione aggiustata e datata sulla base dell'autografo originale).
  10. ˆ Bazzoli, L., Rol l'incredibile. L'uomo più misterioso del mondo, Domenica del Corriere, 17/01/1979. La prima parte della frase, che ho messo tra parentesi, è stata aggiunta da Renzo Allegri nel 1986 (Rol l'incredibile, p. 9, che guarda caso ha lo stesso titolo dell'articolo di Bazzoli) e potrebbe essere apocrifa, per quanto di senso coerente e in relazione a un episodio, menzionato da Bazzoli, in cui De Gaulle avrebbe assistito alla lettura di una lettera chiusa.
  11. ˆ Allegri, R., I pennelli si muovono da soli, Gente, 19/03/1977, p. 14.
  12. ˆ Ternavasio, M., cit., p. 179.
  13. ˆ Fellini, F. (intervista a), Io sono aperto voluttuosamente a tutto, Planète, n. 5, dicembre 1964 – gennaio 1965, p. 103. Ripreso con una variante in: Allegri, R., I pennelli si muovono da soli, Gente, 19/03/1977, p. 14 («...è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto. ...»).
  14. ˆ Orengo N., Una vita vissuta per incanto. Il Mago Rol, Grazia, 16/10/1994, p. 250.
  15. ˆ Buzzati, D., Un pittore morto da 70 anni ha dipinto un paesaggio a Torino, Corriere della Sera, 11/08/1965, p. 3.
  16. ˆ Tozzi, U., Non solo io. La mia storia, Alberti Editore, Roma, 2009, p. 79.
  17. ˆ Tra questi, il prestigiatore Silvan, che chiese a Rol per telefono di essere ricevuto a casa sua per poter vedere quelle che lui considerava performances di illusionismo, ma che fu cortesemente respinto non perché era un illusionista (Alexander e Binarelli furono ricevuti, si veda più avanti) ma perché persona interessata solo alle apparenze e al suo tornaconto, come dimostra anche la seguente dichiarazione fatta durante la trasmissione Porta a Porta del 5 giugno 2003 dedicata a Rol: «Ho conosciuto tanti di quei sensitivi in vita mia soprattutto per curiosità, ma anche per apprendere, perché se ci fosse stato qualcuno che avesse realmente posseduto queste doti, avrei cercato di impossessarmene». Altri prestigiatori meno noti hanno espresso uno scetticismo preconcetto, come Vanni Bossi, il quale aveva scritto in un suo libro del 1979 (Parapsicologia: un po' di verità e tante truffe, Landoni, Legnano, p. 84) un illuminante pensiero che vale per tutti gli illusionisti che vorrebbero spiegare Rol, ovvero che «gli episodi che descrivono gli esperimenti di Rol sono riportati con una carenza impressionante di dettagli, tanto da non permettermi, se non ipotizzando, di poter ricostruire esattamente come sono andate le cose dall'inizio alla fine»); Massimo Polidoro e Mariano Tomatis, quest'ultimo autore di una biografia "critica" citata come un mantra dagli scettici (tra questi anche il matematico Piergiorgio Odifreddi, professore di Tomatis al Politecnico di Torino) dove pur non avendo mai assisitito agli esperimenti di Rol pretende di analizzarli in chiave illusionistica, selezionando solo quelli che si adattano alla sua tesi ed escludendo deliberatamente tutti gli altri (un approccio eminentemente anti-scientifico). Considerando che l'illusionismo nacque proprio per simulare il "paranormale" (sin dalle più antiche pratiche sciamaniche), non sorprende che in alcuni casi possano esservi punti di contatto. Il testo di Tomatis può essere considerato alla stregua di "illusionismo letterario", perché presenta le caratteristiche tipiche del settore, ovvero la forzatura, la misdirection, ecc.. In generale, i prestigiatori intravedono nell'uso delle carte da gioco il principale indizio di illusionismo, nonostante gli illusionisti che hanno visto questi esperimenti lo escludano categoricamente (note da 55 a 59). Franco Rol ha poi fornito una chiave di lettura ben diversa (nota 64). Gli scettici sono poi soliti citare il racconto del presidente del Circolo Amici della Magia di Torino, Marco Aimone, che ha affermato di aver visto Rol in un ristorante fare l'esperimento di far comparire una scritta su un tovagliolo. Si tratta però di una testimonianza piuttosto lacunosa e decisamente ipotetica, visto che osservò Rol da «debita distanza» e supponendo «una avanzata tecnica da mentalista che gli parve di scorgere» (Tomatis, M., Rol: un fenomeno torinese, La voce scettica n. 8, ott-dic. 2001). Niente di comparabile, da un punto di vista dell'accuratezza della testimonianza, con quanto affermato da tutti gli altri testimoni, illusionisti compresi. A quasi venti anni dalla morte di Rol, non vi è un solo testimone che abbia dichiarato di aver scoperto senza dubbio alcuno un qualche tipo di trucco, e questo per i suoi sostenitori è una ennesima conferma della sua autenticità, mentre per gli illusionisti, che a causa della loro forma mentis non riescono a vedere altre ipotesi, Rol è forse uno dei migliori illusionisti del XX secolo.
  18. ˆ Jemolo, A.C., Convinciamo gli scettici, La stampa, 13/08/1978, p. 1.
  19. ˆ Rol, G.A., La Scienza non può ancora analizzare lo Spirito, La Stampa, 03/09/1978, p. 3.
  20. ˆ Angela, P., Viaggio nel mondo del paranormale, Mondadori, Milano, 1978, pp. 329-336.
  21. ˆ Rol, F., L'Uomo dell'Impossibile, Lulu Press, 2012, pp. 96-97, o su YouTube: youtu.be/XaVFUvs1BYs
  22. ˆ Lugli, R., L'altro mondo è in mezzo a noi, La Stampa, 24/05/1986, p. 1 (inserto Tuttolibri).
  23. ˆ Rol, G.A., Scienziati e sensitivi, perché così nemici?, La Stampa, 11/07/1986 p. 3 (titolo scelto dal quotidiano).
  24. ˆ Pitigrilli (Dino Segre), Gusto per il mistero, Sonzogno, Milano, 1954, p. 87 e sgg..
  25. ˆ Fasolo, F., Il signor Rol, Mago, Epoca n. 20, 24/02/1951, pp. 39-41.
  26. ˆ Allegri, R., Finalmente Rol rivela Rol, cit..
  27. ˆ Bazzoli, L., I capolavori che arrivano dall'aldilà, Domenica del Corriere, 24/01/1979, pp. 80-85.
  28. ˆ Rol, G. A.,"Io sono la grondaia..." Diari, Lettere, Riflessioni di Gustavo Adolfo Rol, a cura di Catterina Ferrari, Giunti, Firenze, 2000, p. 38. Questa scoperta fu resa pubblica parzialmente già nel 1951 nell'articolo di Epoca.
  29. ˆ Giovetti, P., Svelato il mistero della sfera della conoscenza, Astra, 01/09/1987, pp. 90-93. Franco Rol ha analizzato i vari racconti di Rol sulla sua iniziazione o auto-iniziazione ne Il simbolismo di Rol (Lulu Press, 2008/2012, p. 363 e sgg. della 3a ed.) e ne L'Uomo dell'Impossibile (introduzione e appendici). A quanto pare vi è del vero in tutte le versioni, ma Rol ha raccontato frammenti diversi, anche simbolici, a persone diverse, come volendo lasciare sparpagliate di proposito le tessere di un mosaico.
  30. ˆ Cfr. Rol, F., Il simbolismo di Rol, cit., pp. 381-383.
  31. ˆ Di nessuno d'altronde si può dire che tutte le sue conoscenze siano state documentate... Nel caso di Rol inoltre, notizie biografiche particolareggiate – fatte rare eccezioni – sul suo conto sono trapelate solo negli ultimi 15 anni, e si ha motivo di ritenere che molto debba ancora emergere.
  32. ˆ youtu.be/hgoMNlp1wxk
  33. ˆ youtu.be/dYTEvXGr2Ps
  34. ˆ Si veda La Storia siamo noi (Rai Tre), puntata del 26/12/2007 dedicata a Rol, sulla traccia del documentario di Nicolò Bongiorno Rol. Un mondo dietro al mondo.
  35. ˆ Cfr. Rol, F., L'Uomo dell'Impossibile, episodi I-78, 78bis, 78ter, 78qua, 78qui, 78sex.
  36. ˆ Bergagna, L., Prevista la morte in una seduta spiritica, La Stampa, 01/09/1949, p. 2.
  37. ˆ Cfr. L'Uomo dell'Impossibile, Appendice I, che raccoglie una analisi dettagliata di questo evento.
  38. ˆ Allegri, R., Viaggio nel paranormale, Rusconi, Milano, 1978, pp. 5-52.
  39. ˆ Allegri, R., Rol l'incredibile, cit..
  40. ˆ Cfr. Il simbolismo di Rol, p. 30 e sgg.
  41. ˆ Rol, G.A., La Scienza non può ancora analizzare lo Spirito, cit..
  42. ˆ Alcuni giudizi espressi da Nicola Riccardi: «Da oltre 30 anni Gustavo Adolfo Rol dà dimostrazioni, soltanto per amicizia e senza alcuna remunerazione, attraverso le quali manifesta facoltà inabituali, fra le più imponenti del nostro mondo occidentale, che sbalordirebbero consessi di ricercatori psichici, seminari di fisici teorici e sperimentali...» (Operazioni psichiche sulla materia, Editrice Luce e Ombra, Verona, 1970, p. 101); «...si ritiene estraneo a tutto ciò che i ricercatori psichici hanno convenuto di chiamare paranormale. Gli esperimenti che gli stanno tanto a cuore, e che veramente sono impareggiabili, appartengono secondo lui alle manifestazioni della coscienza sublime. (...). Le costanti ed eccezionali possibilità contenute nella potenza della sua anima magica – anche se il termine non gli è gradito, non ce n'è uno più adatto nella nostra lingua – non sono esprimibili per parti analitiche» (L'occulto in laboratorio, pp. 151-152); «[Le] serate passate con Rol... sono soltanto indelebili» (Gustavo Adolfo Rol, Metapsichica. Rivista italiana di parapsicologia, Casa Editrice Ceschina, lug.-dic. 1966, p. 82)
; «... si resta sbalorditi dall'enorme spazio occupato dalla casistica rolliana. (...) Secondo i suoi amici questa facoltà di meravigliarci è in lui da oltre quarant'anni. Non c'è stoffa di ricercatore psichico, per quanto freddo e altero, che non esca sbalestrato da queste prove» (AA.VV., Dibattito sui fenomeni provocati dal Dr. Rol, Metapsichica, Ceschina, Milano, gen-giu. 1970, p. 16).
  43. ˆ Cfr. Cassoli, P. e Inardi, M., Gustavo Adolfo Rol (Nota preliminare), Quaderni di Parapsicologia, n. 1, 26/01/1970, pp. 16-26. Dopo l'unico incontro avvenuto a casa di amici comuni, i dottori Franco e Gian Piero Bona, Cassoli scriveva che «c'è l'eventualità che il Rol sia uno dei più formidabili medium della storia della PP [parapsicologia]» (p. 16). In una pubblicazione del 1999 Cassoli e la moglie Brunilde, anche lei presente a quell'unico incontro, riferiscono che «la nostra ammirazione era palese» e che «quanto avevamo veduto quella sera aveva del miracoloso» (Cassoli, B. e Righettini, P., Un sole nascosto, Phoenix Editrice, Roma, 1999, pp. 135-136). E poi: «Ciò che egli offriva allo sguardo di chi aveva la fortuna di vederlo all'opera era al di là di ogni attesa e di ogni immaginazione: tutto quello che allora uno studioso di parapsicologia poteva desiderare di vedere, Rol lo produceva a comando, con regolarità, semplicità, continuità sbalorditive.» (p. 131). Franco Bona era rimasto stupito di sapere che Cassoli successivamente aveva manifestato dei dubbi su Rol, dichiarando nel 2002: «Cassoli lo ha conosciuto a casa nostra Rol... mi ricordo ancora lui e Inardi... erano stravolti... commossi addirittura. Per cui ho l’impressione che sia puramente una reazione... di rabbia, però un uomo del genere non dovrebbe farsi prendere dalla rabbia che sia stato escluso qualche volta. Quando sono venuti da me erano estremamente entusiasti...» (cfr.: youtu.be/d9bz8C4BuKc)
  44. ˆ Ecco una serie di giudizi espressi da Massimo Inardi: «Rol è veramente un uomo? O non piuttosto un essere super-umano? è egli forse uno strumento di Dio, di quel Dio che egli invoca tanto spesso e quasi in ogni occasione...?» (L'eccezionale Gustavo Rol, Esp, n.10, dicembre 1975, p. 27); Rol è «uno dei soggetti più interessanti, enigmatici e conturbanti oggi esistenti in Italia e nel mondo: ...da quasi 50 anni è protagonista di fatti talmente incredibili da renderlo quasi una leggenda agli occhi sia del pubblico che degli studiosi e tale da essere difficilissimo avvicinarlo. Dal 1927 Rol costituisce una specie di antologia o di enciclopedia di fatti paranormali (...). Quando Rol "lavora" si ha la sensazione di essere di fronte ad un fenomeno vivente dalle doti senza limiti, senza dimensioni e davvero senza frontiere: ci si sente piccoli ed impotenti di fronte a cose che hanno del sovrumano o addirittura del "non umano". Egli si esibisce con semplicità e con costanza come se per lui far vedere ciò di cui è capace fosse cosa da niente, ma sprezza apertamente gli studiosi ed i parapsicologi, in quanto li ritiene inetti a recepire il suo "messaggio", che ritiene troppo alto e spirituale per essere capito dai non iniziati e soprattutto per essere studiato. Egli lavora e basta, tenendosi per sé il suo segreto, che per lui, segreto non è in quanto lo considera patrimonio di ogni uomo che abbia intuito la sua realtà e che tale realtà, in quanto proveniente da Dio stesso, può essere rivelata ad ogni uomo che se ne renda degno con l'elevatezza dello spirito, con la rettitudine, con l'onestà e col dispregio delle cose terrene. (...) Ho assistito ad esperimenti strabilianti. È certo che stando vicino a Rol si ha l'impressione che l'uomo possa avere limiti e dimensioni ben più ampi di quelli che ad esso si sogliono assegnare, ma nel contempo si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un essere che di umano ha solo l'aspetto fisico e il comportamento, nonché il cuore: tutto il resto pare andare al di là di ogni concezione terrena delle possibilità umane» (Parapsicologia, Il Resto del Carlino, 10/06/1975, p. 16); «Rol...teme che la notorietà e la propaganda intorno al suo nome ed alle sue capacità possano snaturare il messaggio morale che il suo lavoro porta con sé, col risultato di renderlo meno puro e meno elevato. È perciò che egli vive isolato e schivo del prossimo e del mondo, in quella solitudine di cui parlava Di Simone, solitudine che non è sdegno o volontario sprezzo del mondo, ma perfetta coscienza del pericolo di perdere un tesoro che – diffondendolo a chi non è pronto a riceverlo – potrebbe essere incompreso o malcompreso, senza lasciare un'impronta valida e giusta. Egli considera il mondo non preparato, per lo più soltanto curioso, alla ricerca di sensazioni più o meno epidermiche, per cui lo evita o esita ad accostarvisi con frequenza, concedendo ai non iniziati soltanto delle dimostrazioni semplici ed isolate che egli suole definire le "aste" o da "prima elementare", accuratamente selezionando le persone ed i gruppi con i quali approfondire e progredire con la propria opera di preparazione morale e spirituale» (Gustavo Adolfo Rol. Il favoloso personaggio che da solo costituisce un'antologia delle capacità paranormali, in Dimensioni sconosciute, SugarCo, Milano, 1975, p. 159); «un uomo le cui doti infinite e generose di fratellanza, di aiuto e di amore verso il prossimo sono senza limiti e ormai proverbiali per chi lo conosce a fondo», un uomo dalle «infinite ed impensabili capacità e doti paranormali», un «formidabile, incredibile, conturbante ma anche enigmatico personaggio, la memoria delle imprese del quale potrebbe rappresentare per l'umanità oltre ad un qualcosa di scientifico, anche un qualcosa di utile e di costruttivo sulla strada della evoluzione e del perfezionamento dell'umanità, che egli afferma essere lo scopo che informa ed ha informato tutta la sua vita» (ibidem, pp. 181-182).
  45. ˆ Alcuni giudizi di Giorgio di Simone: «...un uomo diverso, completamente diverso dagli altri, sia per ciò che può fare più degli altri, sia perché umanamente, interiormente la sua vita può difficilmente essere paragonata a quella di chiunque altro» (Gustavo Rol: una vita ai confini dell'impossibile, Il Giornale dei Misteri, n. 54, settembre 1975, p. 34); «...come si fa a dare una sufficiente idea di quelle che furono le immense "possibilità" di Rol? È d'altra parte chiaro che la difficoltà sta anche nel fatto che si è costretti a lunghe descrizioni, talvolta complicate, mentre semplicissimi appaiono gli esperimenti quando avvengono sotto gli occhi» (Oltre l'umano. Gustavo Adolfo Rol, Reverdito, Trento, 2009, p. 88); «[il desiderio di Rol era di] veder considerati i suoi "esperimenti" non finalizzati a se stessi, ma soprattutto come un mezzo, e soltanto un mezzo, per esprimere molto di più, per aprire anche agli altri uno spiraglio di speranza, di minima "sicurezza" nell'eternità della personalità che vive in ognuno di noi» (ibidem, p. 11).
  46. ˆ De Boni ha dichiarato: «Ho incontrato le personalità più straordinarie della parapsicologia... ma Rol è la più straordinaria di tutte» (apud Lugli, R., Il prodigioso "viaggio nel tempo" vissuto come in un sogno colorato, La Stampa, 24/09/1972, p. 3). Cfr. anche: De Boni, G., Nota del direttore della collana, in: Riccardi, N., Operazioni psichiche sulla materia, Luce e Ombra, Verona, 1970, pp. 109-110.)
  47. ˆ Leo Talamonti ha scritto di Rol in diverse pubblicazioni, tra cui Gente di Frontiera, Milano, Mondadori, 1975, pp. 107-125; La mente senza frontiere, SugarCo, 1974, pp. 324-327; Universo Proibito, SugarCo, Milano, 1966, da cui la seguente citazione (p. 103): «Se la sua notorietà non è pari alle incredibili facoltà che possiede, ciò si deve al fatto che egli fa pochissime eccezioni alla regola – che si è imposta da tempo – di non offrire alcun pretesto alla curiosità futile e superficiale, e di non aprire il varco a interpretazioni che non condivide».
  48. ˆ Paola Giovetti: «Chi è stato veramente Rol, questo signore elegante, ironico, coltissimo, dallo sguardo magnetico, che gioiva come un bambino quando un esperimento riusciva (e riusciva sempre!), che sapeva consolare ed aiutare, che si divertiva a sorprendere i suoi amici con uno sfavillio sempre più accecante di meraviglie per le quali non parlò mai di "poteri" ma di "possibilità" e dalle quali non volle mai ricavare né pubblicità né denaro?» (Giovetti, P., Gustavo Rol, il sensitivo gentiluomo, Il Giornale dei Misteri, n. 393, luglio 2004, p. 12); «un personaggio e una fenomenologia che resteranno certamente unici nella storia della parapsicologia» (introduzione a: Lugli, R., Gustavo Rol. Un vita di prodigi, p. 13). Alfredo Ferraro: «Se non fosse per il suo riserbo, per lo sprezzo di tutto ciò che è meschinamente umano, per l'indignazione che mostra nei confronti di chi è solo schiavo delle cose terrene, per la sua fede in un Dio veramente immenso, per tanta bontà di spesso incognito benefattore, potrebbe essere ricchissimo e idolo del mondo intero. Sicuramente, dal punto di vista paranormale è uno dei soggetti più dotati che la storia della parapsicologia possa oggi annoverare...» (Un personaggio eccezionale: il dottor Gustavo Adolfo Rol, in Spiritismo: illusione o realtà?, Edizioni Mediterranee, Roma, 1979, p. 179.); «...credo che di persone serie e informate, dubitanti in trucchi di Rol, non ne esistano» (ibidem, p. 172); «...uomo eccezionale sotto ogni punto di vista...»
 (Testimonianza sulla Parapsicologia, MEB, Padova, 1993, p. 178); «...il sapere da Rol particolari sui fenomeni da lui provocati è molto difficile... Li considera fatti normali, di cui ciascuno di noi sarebbe capace, se fossimo veramente in grado di trovare noi stessi, poiché nessuna dimensione è preclusa all'uomo spiritualmente evoluto» (ibidem, p. 179); «...egli possiede tutte le facoltà paranormali ad alto livello» (ibidem, p. 185). Pericle Assennato: «Questi fenomeni... erano la riprova – anche a chi non avesse assistito ad altre più scioccanti dimostrazioni del Rol, veri pugni nello stomaco all'osservatore più obiettivo – che esiste il fenomeno surreale o paranormale che dir si voglia. Perché... qui si assiste a fenomeni veramente surreali, come in un teatro dell'assurdo: al di sopra e al di fuori della realtà che conosciamo» (Testimonianza e considerazioni sui fenomeni Rol, Metapsichica, gen-giu 1970, pp. 3-5). Jacopo Comin: «[Quelle del dott. Rol sono] le più incredibili, le più fantastiche manifestazioni paranormali cui oggi sia dato assistere sotto qualsiasi cielo». (Comin, J., Il favoloso dott. Rol, Scienza e Ignoto, Faenza Editrice, Giugno 1973, p. 62). Il prof. Hans Bender, uno dei più seri studiosi in questo campo, laureato in medicina e filosofia, nel 1973 disse a Remo Lugli: «Andai appositamente a Torino per conoscerlo ed egli mi fece assistere a cose talmente straordinarie che avevano del miracoloso. Dedicherei un anno della mia vita a studiare il dott. Rol» (Lugli, R., Gustavo Rol. Una vita di prodigi, Mediterranee, 2008, p. 130). Nel 2017 è emersa l'intervista originale di Lugli a Bender, pubblicata su Youtube: youtu.be/l2EERKHn1aI
  49. ˆ Cfr. nota 43.
  50. ˆ Cfr. Il simbolismo di Rol, p. 97 e sgg.
  51. ˆ Zeffirelli, F., Autobiografia, Mondadori, Milano, 2006, pp. 280-281. Una versione "ufficiale" affermò che inizialmente era stato sospettato un cancro, successivamente dopo oltre un centinaio di lastre eseguite in poche ore i medici sostennero trattarsi di pleurite, e infine di sindrome di Sanarelli-Schwartzman.
  52. ˆ Cfr. L'Uomo dell'Impossibile, cap. X.
  53. ˆ Fellini, F., Fare un film, Einaudi, Torino, 1980, pp. 89-90.
  54. ˆ Nel 1986 in una lettera pubblicata su La Stampa, Regge dichiarò: «Non possiedo d'altra parte elementi di giudizio tali da poter criticare o avallare gli esperimenti del dottor Rol.» (Rol&Regge, Scienziati e sensitivi, perché così nemici?, La Stampa, 11/07/1986 p. 3). Diciotto anni più tardi, in quel tipico effetto psicologico che a distanza di tempo un certo pregiudizio, se non trova ulteriori elementi a sovvertirlo, si rafforza, Regge affermerà: «Personalmente io ho visto solamente esperimenti fatti con carte da gioco e non ho rilevato di certo facoltà paranormali; in molti casi usò in modo ovvio le "forzature" dei prestigiatori.» (Regge T., Personalità magnetica e inimitabile, La Stampa, 23/09/1994, p. 19). Curioso che questa "ovvietà" sia sfuggita a persone che certamente sono più esperte di Regge in questo campo, come i prestigiatori che hanno visto gli esperimenti (si vedano note seguenti). Rol dal suo canto raccontò come andò il secondo incontro, presenti il prof. Giovanni Sesia con la moglie, e Magda Olivetti: «Tullio Regge è venuto da me, accompagnato da un professore famoso di medicina, con la moglie e con un'altra persona, e hanno portato le carte, e mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale, e lui le ha mescolate sotto il tavolo. E poi io gli ho detto: "Pensi una carta. La pensi soltanto". Lui dice: "L'ho pensata". "Allora metta quel mazzo che ha mescolato sul tavolo". "Posso cambiare la carta?". "La cambi pure". Allora ha pensato un'altra carta. "Posso di nuovo mescolare?" "Mescoli!". Io avevo sempre le mani dietro lo schienale. Bene, allora ha messo sul tavolo il mazzo che lui aveva mescolato. "Lo tagli". Lo taglia e salta fuori l'asso di fiori. Dico: "Aveva pensato l'asso di fiori?" "Sì, una combinazione... Lo rifaccia!" "Non sono Dio! È venuto, ma non sono Dio da poterlo rifare, questo!". E lui mi ha detto: "Ma io non posso ammetterlo, perché bisognerebbe che ci venga un prestidigitatore a dirmi che noi non siamo tutti suggestionati, o che Lei ha fatto qualche cosa che noi non ce ne siamo accorti. Scientificamente, io non posso in laboratorio ammettere una cosa simile"» (trascrizione letterale della traccia audio n. 8 dal CD allegato a: Dembech, G., Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore, L'Ariete, Settimo Torinese, 2005). Questo racconto è stato confermato da tutti i presenti, e Regge non lo ha mai smentito negli ultimi 20 anni (inizialmente pubblicato in: Dembech, G., Torino città magica vol. 2, Edizioni L'Ariete, Settimo Torinese, 1993).
  55. ˆ Ad esempio durante una trasmissione televisiva sulla rete piemontese Telestudio (26/05/2004): «Io ho visto da lui degli esperimenti. Li ho guardati con senso critico, perché cercavo di sorprenderlo credendo che facesse dei giochi di prestigio. (...) Posso confermare, testimoniare – ma veramente – che cosa ha fatto lui non aveva dei principi da giochi di prestigio. Questo è molto importante. Bisogna che i prestigiatori ammettano questa dote di Rol, non faceva degli imbrogli perché non era in grado di farli, perché non manipolava le carte, non c'erano dei 'passanti', non c'erano degli strumenti che noi usiamo per fare i giochi di prestigio» (youtu.be/gBJ-01sJo74). Si veda anche: youtu.be/kruS22sf4lQ
  56. ˆ La testimonianza di Alexander, resa in più occasioni, la si può vedere qui: youtu.be/ffyfeIUU-Hk
  57. ˆ «Da lui sono stato una volta. (...) Da prestigiatore non mi sono spiegato ciò che ho visto» (Giovetti, P., Vi racconto come piego i cucchiai col pensiero, in: Visto, n. 13, 30/03/2007, p. 75). Più estesamente in: Binarelli, T., Fellini e Rol, in: Quinta dimensione, Mediterranee, Roma, 2008, pp. 61-64.
  58. ˆ Docente di Psicologia del Lavoro a Torino, Psicologo dello sport della Federazione Italiana Sport Invernali e della Federazione Italiana Canoa e Kayak, oltre che Responsabile Scientifico del Centro Studi di Juventus University.
  59. ˆ «Per quanto riguarda gli esperimenti io non dissi mai a Rol che facevo parte del Circolo Amici della Magia di Torino. Mi dilettavo nella prestidigitazione. E lui faceva spesso degli esperimenti di carte. La cosa curiosa è che lui non toccava queste carte. E questo è assolutamente certo, anche perché io in quel momento avevo un occhio critico. Quindi la cosa che mi ricordo di più, che più era evidente, che mi sorprendeva, mi divertiva – anche se non mi ponevo troppe domande nel momento – era proprio che queste carte venivano spesso trovate girate al contrario, pur lui non toccandole, e io di questo sono assolutamente certo.» (Documentario di M. Bonfiglio: Rol. L'uomo, il mistero, la vita, 2005. Estratto: youtu.be/ie7GDS2KsGg)
  60. ˆ Cfr. nota 56.
  61. ˆ Lattarulo, A., Gustavo Adolfo Rol. Solo un mentalista?, Lulu Press, 2014. Lattarulo è membro del Psychic Entertainers Association, autore di voluminose opere sull'argomento. Nel 2016 ha pubblicato un secondo volume: Gustavo Adolfo Rol. Indagine sugli esperimenti, dove conferma e rafforza le sue considerazioni precedenti. I due volumi sono stati uniti nel 2017 in un’unica monografia (Indagine su Gustavo Rol - Volumi 1 e 2).
  62. ˆ Franco Rol è nipote per parte materna dell'omonimo industriale chimico e pilota di automobilismo, cugino di qualche grado di Gustavo Adolfo Rol.
  63. ˆ www.gustavorol.org, inaugurato nel 2000 (inizialmente col suffisso ".it").
  64. ˆ Il simbolismo di Rol (2008), L’Uomo dell’Impossibile (2012-2023, 6 volumi), Fellini & Rol (2022), Resuscitazioni. Da Lazzaro a Rol (2023) ed anche articoli, prefazioni, postfazioni e appendici in altre monografie su Rol.
  65. ˆ Cfr. L'Uomo dell'Impossibile, voll. I-II, introduzione e appendici II, III e IV.
  66. ˆ Buzzati, D., Un pittore morto da 70 anni..., cit.
  67. ˆ Cfr. Errore dello spiritismo, Luni Editrice, Milano, 1998.
  68. ˆ Lugli, R., Gustavo Rol. Una vita di prodigi, cit., 3a ed. 2008, p. 27.
  69. ˆ AA.VV., Dibattito sui fenomeni provocati dal Dr. Rol, Metapsichica, cit., gen-giu. 1970, p. 24.
  70. ˆ Fasolo, F., cit.
  71. ˆ in: Giordano, M. L., L'uomo che si fa medicina, L'Età dell'Acquario, Torino, 2004, p. 135.
  72. ˆ Fasolo, F., cit.
  73. ˆ Ha esposto il tema per la prima volta nel 2003 nell’ambito della conferenza a Torino per il centenario della nascita di Rol, quindi sul sito gustavorol.org nel 2004 e poi in una appendice scritta nel 2005 per il libro di V. Mercante, Il Mistero e La Fede. Vi è poi tornato a più riprese, in particolare nell’articolo per la rivista Mistero dell’agosto 2021 (Rol, un Buddha occidentale del XXº secolo, pp. 35-46). Nel 2003 aveva creato una associazione denominata S.E.N.T., Società Europea di NeuroTeologia, termine quest'ultimo coniato nel 2000 (quando non esistevano dizionari o pagine web in qualsiasi lingua che lo menzionassero) con l'intento di riassumere in un solo vocabolo la scienza dello yoga secondo un approccio non solo metafisico ma anche scientifico. Ha poi scoperto che già Aldous Huxley lo aveva usato nel 1962 nel suo romanzo "Island", con significato molto simile, e partendo dalle stesse considerazioni sia scientifiche che spirituali, e che alcuni studiosi americani lo avevano usato successivamente in riviste di nicchia prendendolo in prestito proprio da Huxley.
  74. ˆ Rol, G.A., La Scienza non può ancora analizzare lo Spirito, cit.. Occorre aggiungere che in altre circostanze Rol aveva fatto riferimento a se stesso come a “il Grande Precursore”, “l'Uomo dell'Impossibile” e “portavoce di Colui che è il Padrone di tutti”. Si veda la FAQ n. 6 su: gustavorol.org
  75. ˆ In una parte di intervista del 2005 fatta da Nicolò Bongiorno per il suo documentario "Rol. Un mondo dietro al mondo", poi non inclusa e riscoperta solo nel 2014 (successivamente alla redazione di questa pagina, di qui il n. della presente nota), il prof. Luigi Giordano, medico chirurgo, aveva dichiarato: «Per parecchie sere il prof. Regge aveva mandato dei suoi assistenti [ad] assistere alle sue [di Rol] sedute, e questi assistenti non facevano commenti. Sono venuti – ricordo – tre sere. C'era un assistente uomo e un assistente donna. Dopo la terza sera hanno detto che non sarebbero più tornati, perché non trovando una spiegazione logica a quanto capitava, non potevano permettersi di sovvertire tutte le leggi della fisica. E questo era anche quello che aveva detto Regge, che lui queste cose non le capiva, e non capendole non si permetteva di discuterle». Questi incontri avvennero probabilmente nei mesi successivi alla lettera che Rol scrisse a Regge, il quale non ne ha mai fatta menzione, per ragioni facilmente immaginabili. La dichiarazione di Giordano può essere vista qui: youtu.be/mlI0QGDr_v8
  76. ˆ Biondi, D., Rol: sono un uomo come gli altri, Il Resto del Carlino, 15/04/1967, p. 3.
  77. ˆ Soldati, M., Lo sconosciuto s’avvicinò e disse: «Deve scrivere quella storia, deve farlo...», Astra, 01/07/1987, p. 93.
  78. ˆ Lionello, A., Aveva previsto tutto: la «Grande Prova» non m’avrebbe domato, Astra, 01/09/1987, p. 88.
  79. ˆ 49 fino al 2020, quando si è aggiunta la resuscitazione.

  

Bibliografia


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